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Olio EVO italiano: parlarne male fa bene a chi?

Il lato oscuro per mettersi in luce

Di: Gabriella Coronelli

28 Gennaio 2014

Categoria: ProfileFood

“Tu sottovaluti il mio potere!”
Darth Fener a Obi-Wan Kenobi in Guerre Stellari episodio 3 “La Vendetta dei Sith”


Partiamo da qui a parlare di Olio Extravergine di Oliva per dire che in Italia l’olio EVO è contraffatto, strafatto e rifatto? Andando un po’ a fondo, non a fondissimo, scopriamo che la fonte di questo, perfettamente estetico, video è Tom Mueller. Per chi non lo conoscesse, costui è un americano che vive da molti anni in Liguria, dotto giornalista statunitense è laureato ad Harvard con dottorato in Storia Medievale a Oxford, in Italia è stato pubblicato ad ottobre il suo volume “Extraverginità. Il sublime e scandaloso mondo dell’olio di oliva” [potete leggere una recensione qui]

Domani il suo libro sarà presentato alle 11,30 nella Sala Stampa della Camera dei Deputati a Roma.

Queste le premesse per rispondere alla domanda iniziale. Tom Mueller, fonte dell’infografica pubblicata dal New York Times, pare conosca molto bene la realtà italiana dell’EVO, saprà benissimo che, oltre a disonesti industriali e artigiani, l’olio EVO è prodotto da una moltitudine di micro e piccole imprese che ad ogni raccolto mettono in gioco tutto di sé per compiere una missione millenaria, spesso con strumenti millenari (le mani) risorse modeste (le famiglie) senza neanche avere le possibilità economiche di ricorrere a stratagemmi disonesti. Nasce spontanea un’altra domanda: perché Tom Mueller prima di raccontarci il lato oscuro con un’infografica ad alto impatto emotivo, non ci ha raccontato il lato luminoso dell’EVO italiano? Alcuni esempi: Redoro, Tenuta Zimarino, San Sebastiano, Podere Forte. Domani alla Camera dei Deputati cosa dirà per venderci il suo libro? Facendo un giro in rete scoprirete che Tom ama l’Italia, ama l’EVO italiano, rispetta i piccoli produttori ma, per fare rumore, parla degli aspetti negativi in modo generico, senza riferimenti precisi, lasciando intendere che, in Italia, fanno così tutti.

Penso che alla base di questi spiacevoli eventi, che immondano inutilmente gli sforzi di chi prova correttamente a fare Qualità, ci sia l’incapacità da parte delle nostre istituzioni di informare e comunicare correttamente, positività, immagine, prestigio. In occasione di OlioOfficinaFestival si è parlato di come l’associazionismo abbia fallito, ciò è confermato da qualsiasi produttore interpellato, ritengono di essere stati abbandonati dai Consorzi impegnati a perseguire obiettivi politici mentre i produttori devono fare i conti con un mercato in forte contrazione (primo semestre 2013 -8% Fonte Coldiretti su dati Ismea).
A TuttoFood, nel mese di maggio 2013, Unaprol ha pubblicato risultati e previsioni di una campagna di comunicazione intitolata “Olio – condisce la vita” ( e già qui ci sarebbe da sottolineare come l’olio EVO sia un nutrimento non un condimento, questo è il primo e più importante concetto culturale da diffondere, diversamente i consumatori continueranno a sottovalutarlo, lo fanno le istituzioni preposte …): sarebbero stati 180.000 i consumatori finali coinvolti, altri 300.000 saranno coinvolti entro la fine del triennio di campagna attraverso giornate di informazione e degustazione mentre 7,5 milioni di consumatori saranno contattati attraverso la partecipazione a fiere, non tracciabili, non documentabili. Sapete quanti contatti ha fatto il NYTimes in pochi giorni dalla pubblicazione della sua infografica? Io ho ricevuto il twitt dal NYTimes su Twitter, sono una dei suoi 10.777.702 follower; quanti di questi 10milioni l’avranno letto? Quanti follower di questi 10milioni di follower a loro volta lo avranno letto? E questi sono dati certi poiché tutto ciò che succede sul web è tracciabile

Non possiamo pretendere che il nostro Ministro delle Politiche Agricole faccia corrette rimostranze al sig. Tom Mueller domani, non ce l’abbiamo (per fortuna) il Ministro, auspichiamo che siano i rappresentanti delle istituzioni, in questo caso Massimo Gargano di Unaprol, a pretendere ufficiali e diffuse scuse e che Mueller si impegni per ottenere diffusione di una bella infografica sui territori storici e sull’onere di chi produce olio EVO di Alta Qualità, lui ci mette i testi e le immagini le facciamo fare a Valerio Marini che è un po’ più “sul pezzo” rispetto al suo amico Nicholas Blechman. Un aspetto non trascurabile è il fatto che gli italiani leggono storicamente poco, pochissimi libri, e, a causa della crisi ancora meno (-9% nel 2012 fonte AIE); il libro di Tom Mueller lo leggeranno in pochi, gli italiani leggono narrativa, gialli/noir/polizieschi, fantasy/horror … poi libri di cucina; perciò il suo momento di gloria l’ha ottenuto con l’infografica pubblicata da NYTimes, la prossima la faccia sul vino avrà molto più successo, questo è l’insight delle parole: vino, extravergine e Tom Mueller … non aggiungo altro.

A breve, su questo blog, vedremo come smetterla di farci del male per concentrarsi su obiettivi commerciali dignitevoli, senza vendite non si arriva da nessuna parte e, abbiamo consolidata esperienza che si deve essere sinergici rinunciando, magari, a in po’ di politica personalistica.