150 anni di ricerca per “vestire” il cibo italiano
Italcementi per Palazzo Italia a EXPO 2015
Di: Gabriella Coronelli
Immaginate un contenitore, un grande contenitore, che contenga tutti i cibi, tutte le eccellenze, prodotte in Italia, come lo fareste? È un obiettivo sfidante, qualcuno questa sfida l’ha accettata e, ritengo, l’abbia vinta. Il contenitore è un luogo, uno di quei luoghi che deve rispondere a questioni cosmiche: la nuova identità italiana, il nuovo tessuto multietnico, il recupero dell’orgoglio di essere italiani. Perché, il cibo, in Italia è vettore di valori, di storia, di emozioni, di condivisioni, di idee, di crescita, di futuro …

È Palazzo Italia, il luogo che rappresenta l’Italia a EXPO 2015, è il luogo che deve declinare il tema “Nutrire il pianeta. Energia per la vita” in un linguaggio coerente con la “vision statement”: “Orgoglio Italia”. “Voi tutti dovete farci essere orgogliosi di essere italiani” questa è la risposta che la figlia sedicenne, e i suoi amici, dell’Ing. Sergio Zambelli di Styl-Comp Group ha dato al padre che le poneva la domanda: cosa volete da noi per il vostro futuro? Questo il pensiero guida dello sviluppo del progetto. Esteticamente è fantastico, intrinsecamente è complesso, è intrigante, è affascinante, è italiano. Qui mi limito a scrivere dell’abito di questo luogo, poiché è l’abito a comunicare il valore di ciò che contiene, del cibo dunque, anche se si potrebbe scrivere libri su questo progetto, auspico che qualcuno lo stia già facendo. Quindi parliamo del materiale che lo riveste, è stato in esposizione all’Università degli Studi di Milano, è un materiale che ricorda la ceramica, una ceramica mat, la ceramica delle maschere veneziane e giapponesi, invece è un cemento accarezzabile, sensuale, luminoso, portatore di promesse. È dinamico, interagisce con il sole e la luce autopulendosi, ha una fluidità che consente di dare forme artistiche al manufatto senza limiti; è bio perché composto all’80% da materia riciclata. È il “Certificato che l’idea esiste”, secondo l’arch. Michele Molè di Nemesi & Partner, il fascino di un progetto che trasforma in materia l’energia contenuta in un’idea, processo inverso dell’equazione fisica di Einstein: la materia ottenuta dalla potenza di un’idea, la potenza del saper fare, la potenza della bellezza, la potenza del limite.

Il concetto iniziale da sviluppare è quello del “Vivaio”: uno spazio protetto che aiuta i progetti e i talenti a germogliare, offrendo un terreno fertile in grado di dare visibilità e accoglienza alle energie giovani. Michele Molè spiega così come si sono mossi da questo concetto iniziale per sviluppare il progetto: “Abbiamo immaginato una foresta urbana, la trama ramificata della “pelle” di rivestimento di Palazzo Italia evoca una figuratività primitiva e interpreta in modo coerente il tema dell’albero della vita (installazione di Marco Balich realizzata al centro del Lago) declinandolo nella forma di una foresta pietrificata. L’intrecciarsi di linee genera alternanze di luci e ombre, vuoti e pieni, e dà vita ad un’architettura naturale”.

Tutte queste sarebbero rimaste belle idee se non fosse stato per Italcementi che ha accettato la sfida, è nel loro DNA, e con Styl-Comp ha inventato il materiale e gli strumenti per metterlo in opera. Sono 150 anni che Italcementi persegue e rincorre obiettivi futuribili: da un primo esperimento nel 1864 in una villa di Scanzo, alle porte di Bergamo, alla presenza in 20 paesi e 4 continenti; dalla macinazione dei primi prodotti in un mulino per il grano a 46 cementerie e oltre 18.000 dipendenti nel mondo.

I 150 anni di storia di questa azienda costituiscono un percorso nell’innovazione continua; ricerca, innovazione e sostenibilità sono valori al centro della strategia aziendale che si materializzano, ogni anno, in 13 milioni di euro investiti in ricerca e sviluppo. L’ing. Carlo Pesenti ama stimolare i suoi collaboratori ad essere avanti rispetto al mercato “Vorrei fare la Silicon valley del cemento” è la visione che trasferisce ai suoi “ragazzi” della divisione i.lab. Che questa mission non abbia barriere lo ha dimostrato facendo incontrare il cemento con il cibo: in collaborazione con Alessi sono stati realizzati dei prototipi di un bellissimo centrotavola (rimasto esposto nello store di Alessi fino al 2 aprile) progettato da un giovane designer, Luca Galbusera, punto di partenza di una possibile auspicabile applicazione di nuovi materiali e nuove forme per la tavola. Intanto predisponiamoci ad ammirare il miglior contenitore che il food italiano potesse meritare, Palazzo Italia, un abito che nobilita, all’interno “codici visivi molto spinti” (niente bancarelle e corse all’abbuffo gratuito) per rendere l’esperienza indimenticabile, per segnare la memoria di …milioni di visitatori.