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Aggiungi un pasta a tavola

mangiare bene, spendendo poco, pensando a chi non mangia

Di: Gabriella Coronelli

16 Aprile 2012

Categoria: ProfileFood

Non è un posto, è un pasto, anzi il Comune di Milano, con la collaborazione di Identità Golose, è certo di aggiungere molto più di un pasto a tavola. Come fare? 

È una ricetta da grandi chef, gli ingredienti sono: 

  • 5 mercati comunali coperti della città: Mercato Wagner, Mercato Morsenchio, Mercato Ca’ Granda, Mercato Prealpi, Mercato Ticinese 
  • 5 super chef della città: Alessandro Negrini per Aimo Moroni, Viviana Varese, Pietro Leeman, Carlo Cracco, Davide Oldani 
  • alcuni volontari che sostengono abitualmente le iniziative del Comune di Milano, 
  • Identità Golose e tutta la capace organizzazione capitanata da Paolo Marchi, 
  • 3 assessorati: al Commercio Attività Produttive e Marketing Territoriale, Sicurezza e Coesione Sociale Polizia Locale e Volontariato, Politiche Sociali e Cultura della Salute. 

La ricetta: 

ad ogni chef è stato affidato un budget di 20,00 euro per fare spesa, ognuno in un diverso Mercato, per preparare un pranzetto di 3 portate per 4 persone

Al Wagner è andato Alessandro Negrini, al Morsenchio è andata Viviana Varese, al Ca’ Granda è andato Pietro Leeman, al Prealpi è andato Carlo Cracco mentre Davide Oldani è andato al Ticinese

Ognuno di loro ha creato, sperimentato, realizzato 3 piatti con la spesa fatta. 

La lista della spesa di ogni chef è stata scritta in una scheda che, da giovedì 19 a sabato 21,  sarà distribuita a tutti i Clienti all’ingresso di ogni Mercato Comunale. 

All’atto dell’acquisto presso la bancarella scelta, ogni Cliente può decidere di donare un euro, in questo caso riceverà un bollino adesivo che attaccherà sul fondo della scheda ricevuta all’entrata. 

Quando lascerà il mercato, recandosi presso il banchetto del Comune, consegnerà la scheda che, se affrancata con 5 bollini, gli consente di ritirare una shopping bag personalizzata contenente il libretto con la storia e le ricette dello chef più una copia del primo numero della rivista “La Cucina Italiana” (15 dicembre 1929) e una copia della rivista stessa in edicola questo mese. 

Gli euro, così raccolti, vanno a costituire un fondo col quale verranno acquistate derrate alimentari destinate ad associazioni (un’associazione per ogni mercato) la cui missione è di sfamare quella fascia di persone che, a causa di situazioni contingenti, negli ultimi tempi, assume dimensioni preoccupanti: persone di tutte le età e di ogni razza che non hanno da mangiare. 

Tutti sono chiamati a partecipare, a farsi carico di una parte della grande responsabilità sociale di sostenere “gli ultimi della fila” sapendo che il Comune, e chi con esso ha partecipato a questa iniziativa, non la intende semplicemente come un’iniziativa compassionevole ma come espressione di una volontà politica complessiva sociale che tiene insieme figure di talento come trainer e diffusori di una cultura dell’alimentazione che privilegia acquisti di qualità, stagionalità e origine controllate. 

Gli chef ci hanno resi partecipi del vissuto della loro esperienza specifica:
Carlo Cracco ha rivelato di non aver avuto difficoltà a rimanere nei 20euro, spesso al ristorante ha da gestire limiti di spesa precisi, più difficoltoso è far capire che ha valore non quello che si compra ma come si trasforma, il buono è a prescindere dalla spesa che si fa. 

Viviana Varese ha rivelato che fa abitualmente la spesa al mercato perché è li che trova la qualità, il suo intento è comunicare che per cucinare un ottimo spaghetto sono sufficienti un’acciuga e due noci, non serve acquistare salti in padella!!! 

Alessandro Negrini ha enunciato la filosofia di Aimo Moroni: mangiare bene non significa essere ricchi. Loro, al Wagner, ci fanno la spesa per davvero e sono convinti che il dialogo col venditore crei valore aggiunto alla spesa e dia modo di consumare prodotti realmente di stagione. 

Pietro Leeman ha spiegato le sue scelte dicendo di aver voluto dare un carattere milanese al menù, curando il concetto di stagionalità spesso molto trascurato, ha sottolineato anche lui il ruolo del venditore che deve promuovere il territorio. 

Davide Oldani ha ripreso il concetto di Leeman spiegando il suo schema 4-4-2 che gli consente di utilizzare tutto l’asparago: 4 cm di coda, 4 cm. di cuore e i 2 cm di punta, la più saporita. Davide ha enunciato 2 principi sui quali concordano tutti gli chef: è la stagione che determina il prezzo di un prodotto, ci si deve sempre adeguare al territorio in cui si cucina non il contrario. A proposito di territorio una curiosità: Oldani utilizza zafferano milanese, prodotto da Dario Galli, in misura di 1kg. all’anno su territorio milanese, con pistillo lungo e giusto grado di umidità per cui non si frantuma e trasferisce ai piatti colore, profumo e gusto tipici, molto tipici. 

Paolo Marchi ha ricordato che il filo conduttore è lo stesso di Identità Golose di quest’anno “Oltre il Mercato”: la capacità del ristoratore, tipico piccolo imprenditore italiano, di andare avanti nonostante la crisi senza piangersi addosso. 

Claudio Ceroni, altra metà di Identità Golose, ha concluso affermando una volontà precisa: giovedì prende il via il numero zero di un’iniziativa in cui credono molto. Non è un’occasione unica, partecipiamo da subito.