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Corrado Assenza, riscopriamo le sensazioni

Per riportare valore nel cibo

Di: Gabriella Coronelli

3 Febbraio 2012

Categoria: ProfileFood

Ho appena finito di parlare al telefono con Corrado Assenza, e il desiderio che provo è quello di condividere con voi i suoi pensieri. Corrado l’ho conosciuto da quanto scritto da Michele Marziani e dalle foto di Marco Salzotto (”Sovversivi del Gusto 2”), ho scelto di parlare con lui, non di Identità Golose, di lui:

“Ho ancora il vizio di sognare, spero, credo e spero che il lavoro possa avere una valenza sociale che possa restituire dignità alla vita” è stato l’esordio di Corrado.

Così abbiamo ragionato sul costo del prodotto sano, il prodotto del “ritorno” alla terra, secondo Corrado “il senso di costo è deformato dalla percezione di mercato che, del mercato inteso con le bancarelle, i prodotti freschi, i prezzi chiari coincidenti ad un valore tangibile, ha mantenuto solo il nome non ha più alcuna corrispondenza tra valore del ciboe valore della produzione: grandi numeri, non fai cibo fai spazzatura.

Spostiamo materie prime da un continente all’altro – non è favorevole al km. zero come valore assoluto che rischia di generare razzismo alimentare mentre lo scambio e la condivisione sono valori che arricchiscono – perdendo il significato del prodotto originale, se vogliamo riportare valore nel cibo dobbiamo valutare correttamente il cibo, la materia prima e il lavoro che la genera.     

Niente ha più valore, è tutto confezionato, non sappiamo come sono le piante, non sappiamo che il latte esce dalle tette delle mucche. Se vogliamo riportare valore nel cibo dobbiamo valutare correttamente il cibo ed il lavoro necessario per produrlo.

Serve una rinnovata educazione all’alimentazione per una qualità di vita dignitevole e migliore che include, chiaramente, lo spettro economico non solo per il consumatore ma anche per il produttore che, spesso, è un piccolo artigiano con responsabilità dirette, una persona che ha fatto scelte difficili per liberarsi dal giogo schiavizzante della GD, una persona che ora ha bisogno che il lavoro gli venga riconosciuto, l’impegno morale gli sia riconosciuto, ha bisogno del sostegno del mercato.  

Siamo stati la culla della cultura alimentare mediterranea ma la vecchia società del sud è stata smantellata grazie alla povertà culturale, dovuta alla poca diffusione culturale, i modelli americani hanno preso il sopravvento. La cultura della famiglia stessa ne ha risentito, abbiamo modificato anche l’architettura della cucina, adottando la cucina americana non solo come arredo ma anche come stile alimentare.

Non è facile invertire l’indice, in piccole zone si sta facendo qualcosa, si fanno scoprire i nostri prodotti quelli che possono essere alla base di un’ inversione: l’olio extra vergine di oliva, i nostri cereali, le farine, i formaggi, il latte.

Si deve partire dalla didattica, un esempio che funziona molto bene è il progetto del latte vero a km zero di Giuseppe Licitra, presidente di Corfilac, che porta nelle scuole primarie la conoscenza: come nasce il latte, come si alimentano le mucche, come nasce il formaggio, come questo rispecchi la qualità del lavoro fatto per ottenere un prodotto sano.

Il progetto funziona, perché il limite del bambino è l’adulto, siamo noi adulti a temere i cambiamenti, siamo noi ad essere pigri mentalmente, tanto da non aver voglia di condividere valori importanti che serviranno ai nostri figli anche in futuro per fare scelte per il loro benessere”.

Incontrare Corrado a Identità Golose nei due interventi che farà: in apertura dell’evento parlerà proprio di “latte e sensazione lattica” e il secondo giorno parlerà di pizza, una pizza stupenda condita non con mozzarella ma con una crema di latte, poca farina Petra n°1 e olio extra vergine di oliva … svenevole, dicevo, incontrarlo sarà un piacere multisensoriale.

Tutte le foto sono di Marco Salzotto, dal volume “Sovversivi del Gusto 2”