La “Diaita” mediterranea
si legge “diaita” si traduce dieta
Di: Gabriella Coronelli
Dieta, una parola che ricorda sacrifici, malattie, obesità. La parola originale greca ha invece, un bellissimo significato: stile, regime, tenore di vita che soddisfa le esigenze fisiologiche, psicologiche e relazionali dell’organismo in funzione dell’ambiente e delle proprie esigenze vitali.
Di “stile di vita mediterraneo” si è parlato mercoledì pomeriggio, dalle16, alla sala Indro Montanelli al Corriere della Sera in via Solferino a Milano. Incontro molto ben organizzato dalla “Fondazione Dieta Mediterranea” che ha coinvolto, in un susseguirsi di interventi che, a differenza di quanto può succedere in simposi di questo tipo, hanno alimentato interesse e curiosità in tutti i presenti offrendo uno scenario affascinante e stimolante.
Affascinante perché si è parlato di uno stile di vita che ha radici antiche, nel modello storico della “civiltà classica” che si contrappone alla“civiltà barbarica”; stimolante perché si è evidenziato come questo modello abbia generato, nei secoli, uno stile di vita che ha arricchito la storia mondiale di conoscenze e di arte.
Cosa c’entra la “dieta mediterranea” con ciò? Noi siamo quello chemangiamo, la dieta mediterranea alimenta gli individui non solo di cibi semplici e sani ma anche di valori legati al territorio, alla convivialità, all’ambiente. È una “diaita”, una scelta, una disciplina di vita è la pratica di un’arte: il “savoir faire” basato sulle conoscenze e sulle tradizioni che spaziano dal paesaggio alla tavola attraverso saperi, sapori e odori che si ritrovano nei luoghi, negli uliveti come nei mercati, nelle piazze e nei luoghi di incontro gastronomici e personali, dove si sono sedimentate culture e tradizioni di tutto il bacino del Mediterraneo.
Il Mediterraneo, questo mare che ha ispirato e cullato grandi poeti, artisti, filosofi, maestri di vita, a cui gli americani attribuiscono la responsabilità di “dividere” l’occidente dall’oriente, in realtà “unisce” in una vasta regione grandi paesi che condividono i frutti del modello del sano vivere, il cuore di una cultura che si è diffusa in tutto il mondo.

Il simposio è stato sostenuto da profili professionali che lo hanno reso vivace e interessante:
· Prof. Gaetano Crepaldi – presidente della Fondazione;
· Dott.ssa Stefania Maggi – direttore generale della Fondazione;
· Dott. Mimmo Lacirignola – direttore dell’Istituto Agronomico del Mediterraneo;
· Dott. Agostino Grassi – segretario della Fondazione;
· Prof. Andrea Poli – direttore scientifico Nutrition Foundation of Italy
· Prof. Michele Carubba – ordinario di Farmacologia all’Università di Milano
· Prof. Stefano Del Prato – presidente Società Italiana di Diabetologia.
Tutti concordi sul fatto che l’obesità sia una pandemia che riflette profondi cambiamenti culturali avvenuti nella nostra società, questi cambiamenti hanno creato un ambiente che promuove uno stile di vita sedentario e il consumo di alimenti ad alta densità energetica e ricchi di grassi, spesso idrogenati.
Le nostre regioni del sud sono state la culla della “dieta mediterranea”,oggi sono le regini in cui l’obesità infantile è più diffusa: 36% contro il 16% di Lombardia, Veneto e Piemonte. Si sono allontanate dal modello mediterraneo per aderire ad un modello americano.
Gli ultimi 40/50 anni sono trascorsi all’insegna della promozione di uno stile di vita improntato al modello americano, mentre gli americani erano impegnati a copiarci il nostro stile di vita: nel 1958 Ancel Keys cominciò a studiare lo stile di vita culturale e alimentare che consentiva alle nostre popolazioni di vivere meglio, più a lungo. Fece conoscere la “dieta mediterranea” e la diffuse come lo strumento più idoneo per vivere sani. Il TIME dedicò una copertina a lui e alla sua scoperta, la dieta mediterranea, la NOSTRA “diaita”, il nostro stile di vita: i nostri magazine pubblicano altro sulle loro copertine …
Eppure se la merita, la copertina, la nostra dieta mediterranea: produce un miglioramento del 10% nelle malattie cardiovascolari, un miglioramento del 6% nelle malattie oncologiche, un miglioramento del 13% nelle malattie neurovegetative, riduce dell’8% la mortalità, nel 2010 è stata proclamata patrimonio culturale dell’umanità. Se pensiamo che ogni anno le cure mediche per obesità e patologie conseguenti, costano al nostro paese 28miliardi dieuro!!!! (per ospedalizzazione il 64%, per diagnostica il 12%, per farmaci il7%, per visite il 6%, per altro l’11%) e che 2/3 di tutti i decessi sono dovuti a patologie inerenti la nutrizione.
Essendo uno stile di vita, una cultura, la dieta mediterranea non può essere praticata se non come fatto culturale legato al luogo, i nostri territori sono parte integrante della “diaita”, con la loro storia e la filosofia di vita che hanno ispirato. Gli elementi fondamentali sono rappresentati da una triade+1: Olio Extra Vergine di Oliva,Vegetali, Cereali, + vino.
Premessa fondamentale: si parla di alimenti da produzioni artigianali, che rispettino i valori nutrizionali attraverso pratiche di coltivazione e lavorazione “gentili”; i nostri avi non utilizzavano mezzi meccanici, la coltivazione e la lavorazione delle materie prime è ingrediente culturale della “diaita”.

L’Olio Extra Vergine di Oliva è l’elemento magico della triade ed è il nostro territorio, l’Italia, a generare il più buono, il migliore in assoluto, non abbiamo competitori, il nostro Olio Extra Vergine di Oliva di Alta Qualità è oro.
L’OLIO EXTRA VERGINE DI OLIVA DI ALTA QUALITÀ contiene 60 polifenoli, non un qualsiasi olio di oliva da 2 euro al litro. I polifenoli sono: antiossidanti, anticancerogeni,antiaterogeni, antinfiammatori, antibatterici. Solo una lavorazione rispettosissima della natura dell’olio salva i polifenoli e una corretta conservazione li mantiene nel tempo. I polifenoli sono loro ad attribuire il gusto amaro tipico dell’olio di alta qualità, abituiamoci ad apprezzare questo gusto e insegniamo ai nostri figli ad accettarlo.
I polifenoli fanno la differenza, i consumatori devono saperlo, l’olio extra vergine di oliva si sceglie per la Qualità, non dovrebbe mancare nella nostra dieta quotidiana. Non significa che l’olio extra vergine di oliva introdotto in qualsiasi regime alimentare porta i benefici derivati da una disciplina alimentare aderente alla dieta mediterranea: è lo stile alimentare mediterraneo ad esaltare le doti salutari dell’olio extra vergine di oliva.
Verdure a foglie verdi, verdure spontanee sono il secondo componente della triade, i nostri territori sono ricchi di ogni specie di verdure spontanee che, per ogni stagione, hanno un ruolo determinante per lasalute. Non c’è un luogo del bacino del Mediterraneo che non abbia nella propria cultura culinaria piatti preparati con verdure ed erbe tipiche. Le foglie verdi apportano al nostro fisico i folati, vitamine del gruppo B che il nostro corpo non produce, vanno assunte. Cosa fanno di tanto utile? Combattono l’omocisteina, un amminoacido che, se presente in eccesso nel circolo sanguigno, causa danni superiori al colesterolo e non è controllabile con farmaci ma solo con un’adeguata alimentazione. A questo elemento della triade appartengono anche legumi e verdure colorate che,oltre ad essere determinanti per i loro valori nutrizionali, hanno un ruolo importante nel piacere generato dai colori che stimolano i recettori del gusto.
I Cereali, in modo particolare il grano (inteso in tutte le specie antiche e tipiche del nostro territorio) che solo noi al mondo sappiamo degustare nella forma più sublime: gli spaghetti di grano duro cotti al dente. Poi, il pane ha un ruolo fondamentale nella “diaita”, per motivi culturali rappresenta il simbolo della sana alimentazione, genera sazietà e permette di ridurre l’apporto calorico. Meno calorie significa + sirtuine, le proteine della lunga vita che regolano importanti vie metaboliche. Il pane tipico mediterraneo è realizzato con farine integre di cereali autoctoni, lievito madre e si conserva per almeno una settimana.
La riduzione di calorie nell’alimentazione comporta una minore produzione di tessuto adiposo responsabile della distruzione dell’ossido nitrico che è l’alimento fondamentale dei mitocondri, la centrale energetica delle nostre cellule.
Il Vino, il quarto elemento della triade, oltre ad essere fonte di piacere durante i pasti consumati in compagnia delle persone con cui stiamo bene, è fattore di stimolo alla produzione di hdl, le lipoproteine che rimuovono l’eccesso di colesterolo dalla parete delle arterie e lo riportano al fegato. Il vino è da consumare in dosi limitate: un bicchiere a pasto e sempre e solo durante il pasto.
Caratteristica tipica è il rispetto della stagionalità e della conservazione naturale (sotto sale e sott’olio) dei prodotti: l’inverno ha le sue verdure che non sono pomodori e peperoni, come d’estate non sono i cavoli e i carciofi. Il rispetto della stagionalità garantisce l’apporto delle vitamine nelle forme più adatte al nostro fisico nel periodo determinato (es.: lavitamina C così come è presente nei pomodori fa bene d’estate, d’inverno la vitamina C è da assumere nella forma offerta dagli agrumi).
In sintesi: la Dieta Mediterranea è il modello, lo stile di vita alimentare osservato nelle aree olivicole del bacino del Mediterraneo, è caratterizzata da un elevato consumo di olio d’oliva, verdure fresche, legumi, cereali, frutta fresca, un moderato consumo di latticini (per lo più formaggi e yogurt), un consumo moderato di vino, un consumo moderato di pesce e un bassissimo consumo di carne e prodotti a base di carne.
Un confronto tra i modelli alimentari, quello europeo fortemente influenzato dalla cultura classica mediterranea e quello americano fortemente influenzato dalla cultura anglosassone:
Europa | America |
Equilibrio | King Size |
Regular | Large |
Slow Food | Fast Food |
Dieta Mediterranea | Mc Donalds |
Organico | Industrializzazione |
Regionale | Globalizzazione |
Fresco | Conservato |