IJF16 accadde il primo giorno
Giornalismo non è comunicazione e non costruisce statue
Di: Gabriella Coronelli
Carlo Collodi nell’«Almanacco del Fanfulla per il 1872»:“Che cos’è il giornalismo?– Il giornalismo è un’arte – rispondono i giornalisti, strizzando l’occhio tra loro.– Che cos’è il giornalismo?– Il giornalismo è un mestiere – rispondono quei ficcanaso, che hanno avuto l’indiscrezione di stare vedere come si fanno e come si mandano avanti i giornali.– Che cos’è il giornalismo?– Il giornalismo è un sacerdozio – rispondono quelli che non sanno mai cosa rispondono.– Che cos’è il giornalismo?– Il giornalismo è un pretesto per vendere la quarta pagina – risponderebbe Oblieght”.Collodi si riferisce qui all’editore del “Fanfulla”, l’imprenditore Ernesto E. Oblieght, uomo potente, di certo vicino alle posizioni del governo di Agostino Depretis, ma evidentemente anche uomo capace di accettare l’ironia dei suoi collaboratori.E Collodi continua:“Ho creduto e credo sempre che il giornalismo, in Italia, non sia altro che un patto leonino fra il giornalista e il lettore, vale a dire molte tonnellate di parole per pochi chilogrammi di pane. C’è chi dice che il patto è leonino, perché il lettore si trova tutti i giorni sacrificato barattando il pane buono con degli articoli indigesti o andati a male. Può darsi che la cosa sia vera, ma d’altra parte il lettore è contento, e chi si contenta gode”.

Che cos’è il giornalismo? “Il giornalismo non costruisce statue, è un’altra cosa” ha scritto Enrico Mentana in un post su Facebook. Il Festival Internazionale del Giornalismo non avrebbe potuto iniziare in un momento meno significante per il giornalismo italiano: il 2 aprile è morto Fabrizio Forquet e il 5 aprile Emiliano Liuzzi, Mentana li definisce cavalli di razza, loro sapevano esattamente cosa fosse il giornalismo e lo praticavano con passione, molta competenza e coscienza. “L’insieme delle attività e delle tecniche relative alla compilazione, redazione, pubblicazione e diffusione di notizie tramite giornali quotidiani o periodici: storia del g.; scuola di g.; anche, la professione del giornalista: dedicarsi al giornalismo”. Questa la definizione tecnica fornita dal vocabolario Treccani.
Diffondere notizie non è “comunicare”, la comunicazione è attività diversa, la notizia è tale quando viene riportata per quello che è, documentata, correttamente contestualizzata e ragionevolmente comparata agli effetti che ha o potrebbe avere sulle persone e sull’ambiente.
Questo lavoro è un processo, un percorso, si devono avere gli strumenti per percorrerlo, la passione poi la volontà, le competenze e il controllo. Nel food tutti si preoccupano di “comunicare” il cibo così pochi fanno indagini, segue percorsi, indaga: si cavalcano le onde e si sta attenti a non andare contro nessuno. Non si hanno gli strumenti per farlo: fare un’indagine su un “fatto alimentare” o un “fatto politico” è un metodo, lo stesso metodo, applicato a settori diversi; ma se il metodo non lo conosco, non lo applico, non faccio indagine scrivo semplicemente quanto mi è stato detto di scrivere.

Un esempio: il famoso giornalista/degustatore (più degustatore che giornalista) ha parlato benissimo del determinato formaggio di montagna degustato nella famosa trattoria cucinato dallo chef stellato. Il produttore di formaggio, sull’onda del successo, si prende un/una PR – o semplicemente apre una pagina Facebook e ci mette il nipote liceale a smanettare o l’amica PR/foodblogger – che prepara un “comunicato” stampa (strumento di comunicazione, non di diffusione di notizie, per le redazioni) che viene diffuso a blog, redazioni, sitiweb, … fantastico argomento “Rimasto unico produttore dell’antico formaggio, produce con gli stessi metodi dei celti … prodotto a 1400 metri di quota …”. Prima di trasformare il comunicato in “notizia” da diffondere, sarebbe opportuno che venisse verificato il contenuto attraverso un’analisi e la comparazione dei dati raccolti con la realtà. Come erano prodotti i formaggi una volta? Avevano una stagionalità? Come erano tenute ed alimentate le mucche? Se, oggi, il nostro produttore ricorre all’inseminazione artificiale, non porta le mucche al pascolo (perché costa), le alimenta con un 60% di scarti di cereali e solo il 40% di fieno o erba, utilizza caglio e/o fermenti di origine chimica, utilizza una caldaia elettrica, le forme pesano 10 kg. invece di 1kg., produrre a 1400 metri di altezza è solo un costo, non un plus … quello che produce non è un formaggio “antico” è un formaggio artigianale prodotto con metodologie industriali, copiato, ispirato ad un formaggio antico.
Il consumatore deve conoscere la realtà, la realtà è la notizia. Questo vale per qualsiasi altro prodotto e per qualsiasi impresa: dal piccolo ristorante alla grande impresa. Investire in campagne su Facebook per ottenere “mi piace” e non investire sulla tracciabilità del prodotto, è questa la notizia che il giornalista deve diffondere, è un indice preciso di cosa sia importante per il produttore. Nel mese di febbraio si è tenuto il Festival del Giornalismo Alimentare, leggendo semplicemente il programma si capisce che non si parla di giornalismo ma di comunicazione: quando la comunicazione spinge …, gli errori da non commettere nel comunicare …, la sicurezza alimentare come si comunica …, il linguaggio per comunicare …, comunicare il vino …, l’acqua pubblica quanto conta la comunicazione …, … Lo stretto legame tra le scelte alimentari e l’ambiente in cui viviamo impone che i consumatori siano informati attraverso notizie precise correttamente documentate e non manipolate a fini comunicativi (le mucche felici, il latte fresco e altre bugie da venditori di spazzole). Chi ha avuto modo di analizzare il programma del Festival Internazionale del Giornalismo si è trovato di fronte un’offerta di opportunità professionali formative, di scambio, di ricerca, di analisi e, anche, di semplice svago.

Dalla giornata di ieri, gli incontri che abbiamo scelto, sono stati occasioni di stimolo ad approfondimenti e confronti molto stimolanti: Le Basi della ricerca investigativa – Daniel Drepper – cofondatore Correct!v – è cofondatore e senior reporter di Correct!v, la prima redazione non-profit tedesca di giornalismo investigativo. Grazie al lavoro di ricerca svolto tra il 2010 e il 2013 nel dipartimento di ricerca del Funke-Mediengruppe ha vinto il premio Wächterpreis ed è stato nominato giornalista dell’anno nella categoria Esordienti.

Google Advanced Search, Images & Trends – Elisabetta Tola – Google News Lab Giornalista e comunicatrice scientifica, è fondatrice dell’agenzia di comunicazione scientifica Formicablu. Da ottobre 2015 collabora con il Google News Lab come media training specialist per l’Italia. Autrice di Seedversity.org, progetto crossmediale sull’agrobiodiversità in collaborazione con Radio3Scienza e Wired Italia e supportato dalla Innovation and Development Reporting Grant dello European Journalism Center. Nell’autunno 2015 ha vinto una seconda grant, sempre EJC, per il progetto di inchiesta SEEDcontrol, sul mercato delle sementi. Nel corso del 2015 ha fatto parte del team del progetto di inchiesta Hearing Voices, finanziato da JournalismFund. Docente di Data Journalism, Comunicazione Scientifica e Multimedia al Master in Comunicazione della Scienza alla Sissa di Trieste e in altre scuole di giornalismo. È una delle voci di Radio 3 Scienza in onda su Rai Radio 3.

Datemi un (micro)drone e vi solleverò il giornalismo – Giovanni Battista Gallus – avvocato Diritto d’autore, diritto penale, tutela della privacy e diritto dell’informatica e delle nuove tecnologie sono le principali materie di competenza di Giovanni Battista Gallus. Iscritto all’Albo degli Avvocati dal 1996, cassazionista dal 2009, collabora con la cattedra di Informatica Giuridica dell’Università di Milano ed è docente al Corso di Perfezionamento in Digital Forensics, Privacy, Cloud e Cyber Warfare. Fellow del Centro Nexa e del Centro Hermes per la Trasparenza e i Diritti Umani Digitali, autore di diverse pubblicazioni sui temi citati e relatore nei principali convegni nazionali e internazionali, affianca alla professione attività di formazione, in particolare nel campo del diritto d’autore, del software libero e open source, della tutela della privacy, della sicurezza informatica e dell’informatica forense.

Lo Storytellingin TV: come sviluppare e costruire storie impossibili da dimenticare – Marsha Barber – Università Ryerson insegna alla Scuola di Giornalismo della Ryerson (Toronto), università dove ha una cattedra anche alla Facoltà di Comunicazione e Design(FCAD) https://www.torontomu.ca/the-creative-school/ . Come giornalista ha lavorato per la televisione e la carta stampata – Globe, Mail, Canadian Press, Toronto Star. Barber è anche autrice di due libri di poesie, What is the sound of someone unravelling (Borealis Press, 2011),All the lovely broken people (Borealis Press, 2015)

Masterclass per i giornalisti: Twitter e Periscope – Livia Iacolare – Twitter Italia da due anni è Manager of Media Partnerships di Twitter Italia ed è stata la prima persona assunta dal team Media di Twitter per il mercato italiano. Nel suo lavoro quotidiano si relaziona con produttori e network televisivi, giornalisti, esponenti del mondo delle istituzioni, della politica, della musica, della cultura e dello sport per aiutarli a raggiungere il proprio pubblico usando Twitter. In passato ha lavorato nell’area digital di Current TV, il network fondato da Al Gore, e si è occupata delle strategie crossmediali per Servizio Pubblico, il talk show televisivo di Michele Santoro.


Il Teatro degli Oggetti: uno spettacolo monologo – Fulvio Abbate e Gerardo Balestrieri Fulvio Abbate, laureato in Filosofia con una tesi su Céline, è scrittore. Nel 1998 ha dato vita a Teledurruti , “televisione monolocale” che dal 2007 si è trasferita in rete. Attualmente scrive sul Garantista . Nel 2010 ha fondato il movimento Situazionismo e Libertà, il cui simbolo è stato disegnato da Wolinski, con gli slogan “Aboliamo il lavoro” e “Abbasso la realtà”. Nel 2012, a Parigi, Fernando Arrabal con il Collège de ‘Pataphysique lo ha nominato Commandeur Exquis de L’Ordre de la Grande Gidouille. Nel 2013 ha vinto il Premio Satira Forte dei Marmi. Gerardo Balestrieri è cantautore apolide, polistrumentista e interprete che ha pubblicato quattro album e inciso il quinto Canzoni nascoste di prossima pubblicazione. Numerosi riconoscimenti nell’arco di questi anni e collaborazioni discografiche. Tre presenze alla rassegna della canzone d’autore (gli album son risultati secondo disco dell’anno ai Premi Tenco 2007-2009 e 2013). Concerti in tutta Europa e un lungo tour in California, collaborazioni con Daniele Sepe, Bebo Storti ecc. Ha inciso un album con Moshem Namjoo, il più importante cantautore iraniano, scritto ed eseguito dal vivo le musiche per Arturo Brachetti il famoso trasformista. Autore della colonna sonora e attore per film di animazione Bianco di Radmila Gordic, arrangia e interpreta Cafè Chantant 1915-18 e Shakespeare ‘n’blues, spettacoli diretti da Roberta Reeder. Esegue e scrive in parte le musiche applicate ai film muti Nosferatu e Assunta Spina. Autore delle musiche e fisarmonicista nel “Teatro degli oggetti “ di Fulvio Abbate. Testi sfumati e maturi, voce dinoccolata e scura, Gerardo Balestrieri ama giocare con le parole senza perder di vista il ritmo e la danza.
