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La Brace, luogo di riappropriazione del gusto, del tempo e di resistenza

Perché la storia sedimenta i valori che nutrono il nostro corpo e le nostre idee migliori.

Di: Gabriella Coronelli

11 Novembre 2011

Categoria: ProfileFood

Lubiam, Gilera, Fratelli Carli, Dalmine, Siram, denominatore comune di queste aziende: hanno passato i 100 anni di vita, di poco ma ce l’hanno fatta. Da 160 non ne ho trovate, una c’è di certo: oggi si festeggiano i 160 anni di attività del “Ristorante La Brace” di Forcola, in prov. di Sondrio. Una Piccola Impresa Italiana, certo solo una piccola impresa avrebbe potuto raggiungere questo ambito record. Perché solo i piccoli imprenditori guardano avanti, indipendentemente da quello che succede intorno a loro e la loro impresa rappresenta la continuità della loro famiglia, della storia sempre affascinante di un territorio. È così per la famiglia Cattaneo: Angelo, nel 1851, era amministratore della fattoria dei Conti Guicciardi, padroni della valle, responsabile di una fattoria dotata anche di uno spaccio dove si vendevano i prodotti dei contadini di Maloggia. Lo spaccio è curato e gestito dalla moglie, tradizione che si perpetra nel tempo fino a quando, Virginio Cattaneo nonno e omonimo dell’ attuale proprietario, nei primi anni del 1900, sposa Galli Leopolda donna dotata di spiccate capacità commerciali. La posizione strategica, sull’unica arteria di comunicazione che collega la Valtellina conLecco e Milano, giustifica la scelta di aggiungere un servizio di ristorazione per i viandanti e fornisce a Virginio le risorse necessarie per acquistare, nel1910, la proprietà. Dal 1971 la gestione passa al Virginio attuale, è lui che sceglie di ampliare la struttura,mantenendo lo stile classico che la identifica(realizzata in pietre locali è punto di riferimento facilmente identificabile per chi percorre la strada Statale dello Stelvio).

Oggi, La Brace, è un piccolo universo composto da vari mondi: da una botte proveniente dalle Cantine Negri è stata ricavata una saletta che ospita 10 commensali intorno ad un unico tavolo, un ambiente singolare le cui pareti, rivestite degli zuccheri cristallizzati dei vini che qui dentro hanno riposato e sono maturati,emanano un sottile e piacevole effluvio. Oppure un grande camino in pietra all’internodel quale si degustano cibi eccelsi godendo del calore naturale. O, ancora, la stalletta, piccola stalla un tempo destinata ad un animale, oggi nicchia accogliente per una degustazione tra amici. Nel nucleo originale, da oggi, si inaugura SlowTime, il luogo dove il tempo si ferma e gli ospiti di questo luogo si riappropriano della storia contenuta nel cibo le cui qualità originali sono salvaguardate da preparazioni attente e rispettose. Il filo conduttore è lo stesso “la salute viene dal cibo” che si sente ripetere da Virginio e dai suoi figli Raffaela, Marco e Aristide, che sostengono il papà dando slancio, energia ai nuovi progetti. Raffaella si spinge oltre, sostenendo che la qualità della nostra energia dipende dal cibo, da come ci nutriamo. Questo nuovo mondo, SlowTime, non va a sostituire ma si integra nel magico universo “La Brace” dove la scelta delle materie prime, la qualità delle esecuzioni, il rispetto per le risorse locali hanno sempre contraddistinto il servizio. La caratteristica distintiva sta nel fatto che le materie prime saranno tutte di origine di Presidi SlowFood: ogni giorno una proposta, di filiera corta, per ridare consapevolezza del  cibo che ci nutre, nutre noi e i nostri giorni, il nostro tempo, inteso come patrimonio individuale, prezioso. Il cibo diventa,così, simbolo di quello che siamo, simbolo culturale, simbolo filosofico,simbolo materico del nostro essere. Concetto affascinante, perché include l’equilibrio individuale e di sistema, impossibile non subirne l’attrazione.

Virginio è, da sempre, paladino e sostenitore di chi ha fatto scelte coraggiose per difenderei metodi di lavorazione originali di prodotti eccelsi come il Bitto Storico, alimento sublime delle valli Orobiche (a cavallo tra le prov. di Sondrio, Bergamo, Lecco) estinto se non fosse stato per la dura battaglia combattuta da Paolo Ciapparelli e i 14 Ribelli appoggiati e sostenuti, senza tregua, da Virginio Cattaneo e da SlowFood. Questo luogo, La Brace, ha assistito immobile e impotente alle “invasioni barbariche” che hanno tolto valore e dignità alla Valle riducendola ad un contenitore di centri commerciali e insediamenti industriali in balia dell’attuale crisi. I vigneti arrampicati sui monti fanno cornice al ristorante e ci ricordano che la Valle “avrebbe potuto” essere riconosciuta “Patrimonio Universale” dall’Unesco se non fosse stato per lo scempio perpetrato negli ultimi decenni, questo il rammarico di tutti coloro che la amano per il suo valore intrinseco, non certo rappresentato dai “capannoni” industriali. Francesco Ferrara, assessore al commercio e attività produttive del Comune di Sondrio, sostiene che l’amore  e la volontà di riscatto saranno gli strumenti che permetteranno alla Valle di riprendersi la fama che ha sempre avuto, grazie ai suoi prodotti artigianali, questi tesori sono ancora qui, conservati da artigiani e piccoli imprenditori che vanno sostenuti in un cammino di riaffermazione fattibile e auspicabile.