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Lucio Fontana, Chiara Boni, Taglio

Serata fondente a Milano

Di: Gabriella Coronelli

18 Settembre 2014

Categoria: ProfileFood

“Concepiamo la sintesi come una somma di elementi fisici: colore, suono, movimento, tempo, spazio, la quale integri una unità fisico-psichica. Colore, l’elemento dello spazio, suono, l’elemento del tempo, il movimento che si sviluppa nel tempo e nello spazio, sono le forme fondamentali dell’arte nuova, che contiene le quattro dimensioni dell’esistenza.
”da “Il Manifesto Bianco”

A bordo della mia navetta, mentre devo motivare, all’unica ospite possibile, le congetture per le quali Milano sia singolare nella suo essere imparagonabile a “chiunque” altra città anche se l’ospite sostiene con foga che muoversi a Roma sia più semplice e veloce, soprattutto se dotati di scootter, che non a Milano e ciò renderebbe Roma più … Ecco in quel momento non sapevo ancora che avremmo avuto ulteriore prova della capacità fondente di Milano: da lì a poco Lucio Fontana, Chiara Boni e Taglio si sarebbero fusi per rivelare lati reconditi di esperienze diverse germogliate dallo stesso humus. È inaspettatamente Raffaele, dopo che abbiamo degustato le creazioni emerse dalla cucina con puntualità e arte nonostante l’ora tarda (passate le 23), a rivelare che il luogo dove ci troviamo, Taglio, dove si degustano eccellenze, si conversa, ci si incontra, avvolti e stimolati da codici estetici che suggeriscono la non casualità del tutto, un significato, una ricerca e la materializzazione di un pensiero, una visione superiore che qui è espressa nella materia, nel tempo, nello spazio, nel movimento, nel colore, nel suono; bene questo luogo affonda le radici del suo essere ciò che è in Lucio Fontana.

La serata passata al Museo del 900 dove la stilista Chiara Boni ha ricevuto amici e fans per un omaggio a Fontana espresso come lei si esprime meglio: 4 creazioni, “la costruzione di forme voluminose in mutamento”, ad avvincere lo sguardo il magnetismo di colori di memoria “fontaniana” e l’irruzione di quei tagli inaspettati ad affrancare la memoria e concretizzare la sensazione prima. Questi 4 oggetti, indossati da regine composte, hanno caricato lo spazio di energia, di magnetismo, che fluivano tra gli ospiti liberamente generando manifestazioni di gioia espresse individualmente con molta libertà: il riso, l’armonia, la musica, la danza, le voci, tutto serpeggiava all’insegna del glamour sofisticato, informale, disinvolto che Chiara Boni ispira e favorisce con il suo essere sempre sé stessa, nessuna maschera a mediare.  

Così quando Raffaele collega il nome del suo ristorante a Lucio Fontana, tutto è chiaro all’istante: Taglio è quel taglio, quello con cui Fontana rappresenta la sostanza, non la marginalità delle cose, i valori primari dell’esistenza. E Raffaele documenta l’ispirazione condivisa con i suoi soci: il 3 ottobre 1967, 2 giorni dopo la nascita di Raffaele, la “Galleria del Deposito” pubblica la presentazione della loro mostra n°36 dedicata a Lucio Fontana riportando  “Il Manifesto Bianco”, qui indica un paragrafo in cui si trova il codice di lettura di Taglio “Noi ci dirigiamo verso la materia e la sua evoluzione, fonti generatrici dell’esistenza. Prendiamo l’energia propria della materia, la sua necessità d’essere e svilupparsi. Postuliamo un’arte libera da qualunque artificio estetico”.

Capire che questa squadra di persone è animata dagli stessi concetti che animano e sostengono forme d’arte alte, sublimi, portati in cucina e sulla tavola con volontà e impegno, rende l’esperienza degustativa più completa, quasi privata. Ti accorgi che anche il vino proposto da Raffaele non ha nulla di casuale, si inserisce con perfezione in questo quadro, è il Mira delle Cantine Porta del Vento dalla provincia di Palermo, la sua consistenza è intensa e semplicemente buona, completa, totale,  tanto da bersi con un sottile levigato piacere … e la serata si fonde divenendo una cosa unica armonica, materia plasmata da mani colte, che sanno dare, hanno validi motivi per dare. E il cibo diventa arte, come l’arte diventa cibo, Raffaele definisce lo chef “un genio” con modestia e grandi capacità, fantasia e conoscenza, Domenico Della Salandra affresca piatti ispirati alla cucina classica valorizzati dalla sua interpretazione e dalla scelta di materie prime d’eccellenza. Ogni prodotto che raggiunga lo scopo per cui è stato creato ha alle spalle progettisti ed esecutori capaci, sensibili attenti … anche un semplice Taglio.