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Noto Giardino Occhipinti custode di antiche specie

Ricchezza nei geni: preservare la biodiversità

Di: Gabriella Coronelli

28 Settembre 2015

Categoria: ProfileFood

La ricchezza nei geni: preservare la biodiversità custodendo le varietà più antiche di frutti Incontro aperto con Luigia Iuliano
Sabato 19 settembre si è svolto nella sede del CUMO (Consorzio Universitario Mediterraneo Orientale) di Noto l’incontro pubblico “La ricchezza nei geni: preservare la biodiversità custodendo le varietà più antiche di frutti”. Relatrice del pomeriggio la dott.ssa Luigia Iuliano, direttrice Centro Sperimentale e Dimostrativo dell’ARSAC (Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura della Calabria) di Lamezia Terme. La dottoressa Iuliano è stata invitata dagli “Appassionati” del Giardino Occhipinti che stanno lavorando affinché il giardino nascosto nel centro storico di Noto, divenga a tutti gli effetti un bene comune, luogo di incontro e di crescita per la comunità. 

Ad introdurre Luigia Iuliano al gruppo netino fu Paolo Belloni, custode del Conservatorio Botanico di Pomona, in occasione della sua partecipazione alla Giornata del Fascino delle Piante organizzata al CUMO il 27 maggio scorso. Belloni, nei Giardini di Pomona, ha realizzato un campo di raccolta di più di mille varietà di fruttifere arboree e si è avvalso dell’aiuto di Luigia Iuliano per le sue conoscenze in fatto di agrumi. All’ARSAC la dottoressa Iuliano lavora per raccogliere le varietà di agrumi, in particolare quelle calabresi, che rischiano di estinguersi. Lì le moltiplica e provvede a che si diffondano nuovamente cosicché, il lavoro di uomini  che prima di noi hanno lavorato a selezionare le piante con gli aromi, i colori e le forme migliori, non sia perso per sempre. 

CITRUS AURANTIUM .VARIETA CORNICULATA

Il metodo di collezione e catalogazione delle piante è rigoroso e laborioso. Comincia con la frequentazione degli agricoltori locali o dei possessori di giardini privati. Non basta trovare la pianta e prelevare del materiale per la riproduzione, è importante conoscere il nome comunemente usato e gli usi che se ne fanno, la stagione di raccolta, le caratteristiche morfologiche della pianta e del frutto. Gli aspetti antropologici sono tanto importanti quanto quelli botanici. Tutte queste informazioni sono raccolte come singole osservazioni e, solo dopo aver generato nuove piante, averle cresciute tutte nelle medesime condizioni di terreno, temperatura, spazio a disposizione per la crescita, è possibile fare dei confronti obiettivi e battezzare una nuova varietà o ridurre a un medesimo tipo due tipi isolati differenti. Così si scopre che la Calabria ha numerose specie di agrumi: il cedro, il bergamotto, l’arancio, il limone, ciascuna ramificata in molteplici tipi diversi, le varietà. Non solo di agrumi è ricca la regione, decine di varietà di pere, mele e pesche rendono ricca la cultura materiale calabrese, quella degli strumenti e dei gesti dell’agricoltura, delle credenze popolari e della gastronomia. 

Questa cultura è frutto della capacità dell’uomo di apprendere dalla natura, di copiare forme, come quelle degli intrecci delle fibre che costituiscono le radici e i rami delle piante, riprodotti nei motivi dei tessuti tradizionali; i ritmi, quelli della germinazione del seme caduto sulla terra che produrrà decine di semi raccolti dall’uomo la generazione successiva, ritmi che osservati e riprodotti hanno fatto crescere l’agricoltura. Secondo la dottoressa Iuliano, quando l’uomo smette di osservare la natura e imparare da questa, l’equilibrio tra i due sistemi si rompe e la ricchezza della natura si deteriora rendendo l’uomo più povero, incapace ormai di godere dei frutti che sono stati prima a sua totale disposizione. Perché, sostiene Luigia Iuliano, in natura tutto esiste perché l’uomo ne benefici. E allora, i cittadini netini, dovrebbero poter giovare della ricchezza del Giardino Occhipinti, che ospita diverse specie di alberi da frutto, tra cui diversi agrumi. Guidata a visitare il Giardino Occhipinti, la Iuliano non ha potuto dire con precisione di quali specie si tratti, tornerà a Noto in novembre per mappare le numerose piante presenti e procedere alla loro identificazione quando i frutti, elemento importante per poter discriminare una specie dall’altra, saranno maturi. Secondo la Iuliano non solo gli agrumi del Giardino Occhipinti sono da salvaguardare, anche i mandorli, probabilmente centenari. Luigia Iuliano invita tutti a partecipare alla rinascita del Giardino Occhipinti rimboccandosi le maniche e cominciando a lavorare per salvare il luogo, con la sua storia e la sua vegetazione, da anni di incuria e da ogni idea di farne altro se non un rigoglioso pezzo di campagna nel centro della città

per approfondire:
Giardino Occhipinti a Noto bellezza e intelligenza