Podere Forte, armonia d’intenti
Pasquale Forte: travolto da un insolito avvenire
Di: Gabriella Coronelli
Un luogo, patrimonio dell’umanità, oggetto del sogno di un uomo.
Scopriamo prima il luogo, poi l’uomo.
Siamo in Toscana, questo nome “Perillà” dato ad un’osteria incastonata in questo villaggio medioevale, suggerisce forti legami con la terra, non so cosa significhi, ma sa di toscano al 100%. Poi entro, una Zettel Z5 di Ingo Maurer, la cosa più inattesa e più confacente, sospesa sopra un tavolo che non è un tavolo, è una provocazione, un tavolo sperimentale, un invito a nuove esperienze; ecco 2 oggetti “gate” ad una dimensione estremamente peculiare.
L’Osteria Perillà è a Roccad’Orcia, occupa una serie di stanze e stanzette con muri di pietra che hanno vissuto e ascoltato vivere molte storie, anche quella di Caterina, la santa che qui fu prigioniera. Con estremo rispetto l’ambiente che ora ospita l’osteria è stato riportato ad essere spazio di degustazioni eccellenti, sublimi; diretto da Enrico Bartolini con lo chef residente Antonello Sardi che incanta e risolve con ingegno anche una richiesta fuori dal tema: una colazione vegetariana.
Un alchimia di gusti: la tartare di rapa rossa, il riso con tartufo e melograno, il tortino di carciofo, valorizzati dall’olio extravergine di oliva Podere Forte il cui gusto persistente offre sensazioni erbacee pulite e briose.
In sala Jacopo Aglieri, attento veloce e competente, Lotus gialla parcheggiata in piazzetta, sorprende proponendo un vino insolito: un Guardiavigna, eccellenza assoluta, in una giornata invernale, fredda, scalda e le sue note balsamiche di menta selvatica e i sentori di spezie nobili esaltano e gratificano le creazioni di Antonello.

Tutto ciò è preludio alla scoperta di un “podere”, il “Podere Forte”, che è un “sistema” un mondo di cui Rocca d’Orcia è una parte del sogno globale: ridare vita e abitanti al borgo perfettamente contestualizzato in una terra dagli orizzonti infiniti, incuneata tra Montalcino e Montepulciano, un ecosistema a sé, incontaminato, che offre eccellenti frutti di un territorio ancora più generoso perché trattato come è giusto che sia: con metodo biodinamico.
Quindi non c’è da stupirsi scoprendo “pollai mobili”, inventati da un collaboratore per alimentare il terreno dove serve: si spostano e, con essi, le galline maestre nella lavorazione e concimazione di terreni fertili.
Qui si producono: sublimi nettari dai nomi evocativi Guardiavigna a memoria delle torri di guardia alle vigne, Petrucci un Sangiovese dal nome storico del podere, Petruccino fratello giovane da uve più recenti; olio extravergine di oliva di alta qualità un blend di Frantoio, Leccino, Moraiolo e Olivastra Seggianese un fruttato intenso che arricchisce le preparazioni più semplici e valorizza i piatti più creativi; farine biologiche da grani antichi come il grano tenero Abbondanza orgoglio di tante generazioni che non conoscevano allergie al glutine; miele biologico da sole 26 arnie vicine al lago Nocio tra il bosco e l’orto botanico una rarità; salumi, da ovini di razza cinta senese allevati allo stato brado e alimentati con cibo biologico, lavorati con metodi antichi e gentili hanno gusto delicato e unico.

Bisogna essere ottimi sognatori, avere visioni chiare da perseguire per realizzare con costanza e volontà questo mondo. Pasquale Forte è questo tipo di sognatore, lo si percepisce immediatamente, dai suoi discorsi, non parla di sé, del suo progetto, racconta che nel 1207, esatto il 29 aprile 1207, i Conti di Tentennano, signori della Rocca d’Orcia già dall’XI secolo, concedono agli abitanti del borgo una “Carta Libertatis“, un documento in cui vengono sanciti non solo i doveri, ma anche i diritti dei borghigiani nei confronti dei feudatari. Questo strumento notarile rappresenta un’innovazione nel panorama senese degli inizi del Duecento e si pone come uno dei primi esempi, a livello mondiale, concreti di emancipazione dalle servitù feudali.
Tutto il resto è lì da vedere: una struttura radicata nel territorio sia come prodotti che come sviluppi futuri; un’organizzazione diversificata dal food al turismo, alla cultura, all’arte in un continuo miglioramento di quello che è per un futuro di qualità a beneficio, non di singoli individui, ma di un sistema di vita, uno stile di vita.
I motivi, sono il valore aggiunto e, Pasquale Forte, i suoi motivi li alimenta col nettare della storia, con i valori del territorio, con la qualità delle tecnologie, con il sapere di chi fa, di chi persegue obiettivi in sinergia con l’ecosistema.